IL LABORATORIO DEL FUTURO IN PORTOGALLO – L’intervista ad Álvaro Silva Ribeiro

Abbiamo il piacere di pubblicare l’intervista ad Álvaro Silva Ribeiro, presidente di RELACRE, associazione di laboratori accreditati che offrono servizi per un ampio spettro di settori in Portogallo, nonché Membro del Consiglio di Amministrazione di EUROLAB di cui è stato presidente. Egli spiega in quali ambiti di ricerca sta investendo il Portogallo e ci racconta come considera il Made in Italy.

A quali settori appartengono principalmente le industrie che richiedono i servizi di testing nei laboratori associati a RELACRE?

RELACRE è un’associazione di laboratori accreditati, che offrono servizi per un ampio spettro di settori in Portogallo. In ordine di grandezza, i servizi di testing che essi offrono riguardano la qualità dell’acqua potabile e delle acque reflue, le costruzioni, inclusi i materiali da costruzione, e l’ambiente, compresa la qualità dell’aria e dei gas emessi nell’atmosfera. Ma non sono da considerare attività secondarie i test sui prodotti agroalimentari, le calibrazioni di strumenti di misurazione e i test in ambito sanitario.

Che cosa è cambiato in questi settori con l’introduzione delle tecnologie digitali e in che modo tali cambiamenti hanno influito sui servizi che offrite ai vostri clienti?

L’evoluzione tecnologica ha avuto una grande influenza sulle attività di laboratorio, in particolare, grazie all’utilizzo di nuovi approcci basati sul machine-learning, l’intelligenza artificiale, la stampa in 3D e l’IoT. L’impatto delle nuove tecnologie ha provocato anche la necessità di dotarsi di risorse umane con nuove abilità, di ridurre il personale tradizionale e di riorganizzare la strategia delle imprese verso un modello di business in grado di garantire velocità di risposta e qualità dei risultati. L’accreditamento dei laboratori, poi, sta contribuendo sempre più ad accrescere la fiducia dei consumatori.

Quanto sono attrattive le industrie del vostro paese per i talenti provenienti dall’estero? E da quali paesi provengono in particolare?

Il Portogallo non ha una tradizione nell’attrazione di professionisti altamente specializzati. Tuttavia, lo sviluppo strategico di numerose aree di ricerca – fra cui spiccano la salute e la medicina, l’ingegneria aerospaziale e l’ingegneria informatica – ha promosso la creazione di hub che hanno accresciuto l’interesse dei giovani talenti in tali aree. È altrettanto rilevante il grande investimento di alcune università d’indirizzo tecnico e managerialie nel perseguire modelli più internazionali e articolati di insegnamento, che ha consentito loro di attrarre molti giovani verso professioni d’interesse specifico per il nostro paese. Infine, è importante notare che la transizione digitale ha esteso le sue applicazioni anche in settori tradizionali dell’economia come l’agricoltura, il tessile, le calzature, l’industria delle piastrelle e quella del vetro, suscitando un rinnovato interesse attraverso la reinvenzione di vecchi modelli di business.

La globalizzazione, soprattutto a partire dagli anni novanta, ha comportato la delocalizzazione della produzione dove il costo del lavoro era inferiore. La regionalizzazione delle filiere, invece, ha interessato i paesi europei, nei casi in cui, per esempio, un’automobile venduta da una casa tedesca agli Stati Uniti molto spesso utilizza componenti fabbricati in Italia. Com’è considerato il made in Italy nel suo paese?

Il made in Italy gode di ottima considerazione in Portogallo, è rinomato soprattutto per l’alta qualità del design e della produzione, per esempio, di vestiti, scarpe, automobili e altri beni che rappresentano l’eccellenza italiana. Per quanto riguarda la globalizzazione e la delocalizzazione dell’industria, il Portogallo ha subito molto questa politica che ora è considerata errata. Pertanto, sta crescendo la spinta a costruire in casa le catene del valore, anche per garantire livelli di qualità ben maggiori rispetto a quelli dei prodotti importati. Sempre più, quindi, aumenta la sensazione che il paese debba disporre delle competenze e della capacità produttiva per garantire ai cittadini la sovranità e l’indipendenza da fattori esterni che hanno influito negativamente sulla nostra economia.

In seguito alla pandemia prima e alla guerra in Ucraina ora, nota una tendenza al reshoring da parte delle industrie del suo paese? In quali settori in particolare?

Come dicevo, c’è la tendenza a sviluppare risorse proprie in molti campi, dall’agroalimentare alle materie prime e di approvvigionamento, con particolare attenzione alle questioni energetiche e alla sostenibilità per il futuro.

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FONTE: www.ilcapitaleintellettuale.it

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